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domenica 11 settembre 2011

L'11 SETTEMBRE DEGLI ALTRI

L’11 settembre 1973, i corpi speciali dell’esercito cileno comandati dal generale Pinochet destituirono con la forza il governo democraticamente eletto di Unidad popular, uccidendo 50000 militanti del movimento operaio, tra cui il presidente Salvador Allende.


Il golpe, venne non solo sostenuto ma preparato nei minimi dettagli dalla Cia. I servizi segreti della "più grande democrazia del mondo" finanziarono e incoraggiarono diversi tentativi di golpe a partire dal 1970. John Ranelagh, autore del libro "L’agenzia: ascesa e declino della Cia", spiega che la decisione di preparare un golpe venne presa in una riunione segreta del Comitato 40, composto da alti funzionari della Casa Bianca, tra cui Henry Kissinger; il quale ebbe modo di sostenere: "Non vedo perchè dobbiamo stare a guardare mentre un paese va verso il comunismo a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. Il movimento operaio cileno era pronto a prendere il potere, il 4 settembre 800mila lavoratori sfilarono a Santiago, chiedendo di fermare la controrivoluzione che si stava organizzando armi alla mano.

La giunta militare instaura un regime dittatoriale che resterà al potere per 17 anni, mentre il presidente deposto diviene un'icona, pur non esente da controversie. Il regime di Pinochet non trascura di trasferire nel proprio ricordo, tra le altre cose, omicidi e deportazioni di massa: sono circa diecimila i cileni torturati, e centinaia le migliaia di persone costrette all’esilio. La distruzione delle istituzioni democratiche è veloce e capillare. A tutto si sostituisce il dominio militare.

Tutto questo con la benedizione degli Stati Uniti.

Nei primi anni '90 in Paraguay si sono trovati dei documenti della polizia segreta politica paraguaiana. Questi documenti, detti "archivi del terrore", rivelarono un piano machiavellico ordito nel '70 dai servizi di sicurezza militari dei regimi-dei paesi del Cono Sud : Argentina, Cile, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia per farla finita con gli oppositori delle loro dittature

Anche se alcuni governi hanno negato l'esistenza di questo piano, i documenti decodificati della CIA indicano il contrario. Alcune organizzazioni per i diritti umani stimano che questa operazione abbia prodotto circa 30.000 vittime e molte di queste erano cilene. Come già detto, è stato stimato che oltre un milione di persone abbia lasciato il Cile dopo il colpo di stato militare del 1973. Tra gli esiliati numerosi sono stati i casi di suicidio, nevrosi e depressioni. Ancora oggi, 800.000 cileni che vivono all'estero, alcuni dei quali fuggiti durante la dittatura, cercano di recuperare la loro nazionalità